"... il futuro decisamente non mi piace e così decido di tornare a letto... qui mi sdoppio e mi guardo agire... sono sopra di me e accanto al mio corpo... sotto di me il vuoto delle mie paure e delle mie follie... ma non cado e non è poco..."
1967: primo romanzo della trilogia dell'esordiente Cristiano Ferrarese
27 febbraio 1967. La lettera è indirizzata a Gesù e viene inviata da una stanza bianca e ovattata in cui gli unici suoni sono quelli del proprio silenzio, del proprio corpo, della mente. Un manicomio? Una cella? La semplice stanza di un palazzo in periferia? Non fa differenza. Quello che importa è che a parlare sia la pazzia, quello scricchiolio atavico, ineluttabile, stridente che tiene svegli e che proviene dalle proprie viscere, dal materiale di cui si è fatti, che ci compone.
"... non c'è nessuna morte per i morti, solo l'attesa di qualcosa o di qualcuno che non arriva mai... si aspetta a lungo e ci si stanca... si viene divorati dalle giornate interminabili... vieni consumato... non si reagisce e si subisce... è la vigliaccheria... non si ha il coraggio del suicidio anche se non si vorrebbe più soffrire... è un eterno fuggire dalle proprie responsabilità... reali o presunte..."
1967, è il primo romanzo dell'autore genovese Cristiano Ferrarese. In uscita la trilogia completa entro la fine del 2008.
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