La Tela Sonora: Speciale Cesare Pavese

Massimo Sannelli, critico, letterato e poeta, legge Cesare Pavese per Radio Alma.

Ma nessuno sa chi fu Cesare Pavese. Nelle Piccole virtù Natalia Ginzburg lo ricorda timido e sfuggente, operoso e ozioso nello stesso tempo; Ginzburg dice: in fondo, noi, i suoi amici, non sapevamo neanche se fossimo pigri o operosi. Ma il nostro amico era una cosa e due, in tutte le nuances, ad uso della Casa Editrice e del Partito di Massa (entrambi illudono, poi deludono chi è sensibile; né l'una né l'altro sono fatti per accompagnare chi critica e sa). Guai a chi è solo, anche se la solitudine è il suo «refrigerio».

Dunque ho letto
Cesare Pavese per Radio Alma, dosando la mia voce. E ho fatto quello che non si deve: privilegiare le ultimissime poesie, cioè la «droga di un'intera generazione di liceali» (parole di Mengaldo, con la mancanza di pietà di chi deve creare schemi e florilegi: succhiare il fiore, succhiarlo crudelmente).
Il lettore non è stupido, e neanche chi ascolta. Se non si cresce più dopo un apice, e se
ripeness is all, e se la maturità è già raggiunta, insieme al talento, allora non ci sono due tempi (il tempo caldo e popolare di Lavorare stanca, il tempo tiepido e sussurrato di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi), ma uno.
E tanto basta: «Nel mio mestiere sono re», e che cosa significa, se dopo due settimane si muore
così? Significa: anche le ultime poesie sono parte di una storia, preparata con attenzione e amore; e poi: chi agisce al livello di un «re» non improvvisa nulla.
Sua maestà ricorda che ogni pagina avrà un pubblico, presto o tardi. E se «tutto il mondo è un teatro», metafora chiama metafora: ogni teatro vuole spettatori, ai quali dopo THE END si chiede un applauso (il re è bravo) o il rispetto (il re è grande) o la pietà (il re si è ucciso).

Cats will know
Occhi
Piazza di Spagna
Steddazzu

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1 commento:

Gabriella Ti ha detto...

grazie Java e grazie a Sannelli per questo momento speciale con Cesare Pavese